Barbara Cappello
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A cura di: Barbara Cappello

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FRUTTI D'AMARE

4/9/2016

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Dèlicatesse de Moules
 
L’anatomia del corpo femminile appare a ciascuno come una realtà soggettiva dettata dalle conoscenze che taluno serba verso la sostanza che lo compone.
Le linee, le forme, la gradevolezza delle carni sono tratti visibili, perché concreti nella materia, ma sessualità, erotismo, piacere, inclinazioni e desideri erotici sono un “bagaglio cellulare endogeno”, che spesso rimane intrappolato tra gli atomi che ne costituiscono l’interezza della materia fisica. Per trasformare questo bagaglio di conoscenza da endogeno ad esogeno, il corpo femminile diviene materia primordiale dove imprimere le tracce del nuovo sapere, affinché possa essere trasmesso in modo da evolversi come l’espansione di una gelatina in un contenitore senza bordi. Il corpo, dunque, dalla cui pelle, emerge a chiari tratti, come da un libro aperto, il bagaglio della verità nell’espressione libera della femmina. Una mappa corporea ove le parole tracciano un percorso che conduce alla conoscenza della realtà nascosta.
Come metafora, la cozza.
La cozza è vista spesso come mollusco piuttosto repellente, alla quale sovente si associa una donna brutta e ripugnante e simbolo di sporcizia.
Ma voi avete mai fatto un viaggio all’interno della cozza?
Cozza, mitilo, muscolo, come la si voglia chiamare, per anatomia e forma, riproduce, come è ben visibile, l’organo sessuale femminile. Ma non è solo femmina, esistono anche gli esemplari maschili, i quali si distinguono per il colore: giallo scialbo vaniglia il maschio, arancio acceso di Sicilia la femmina. Vive quattro anni, durante i quali ha un’intensa attività sessuale, anche incrociata, fino all’ultimo dei suoi giorni. E’ carnalmente muscolosa, gustosa, priva di grassi, ricchissima di ferro. E rientra nell’elenco dei cento esseri più pericolosi al mondo.
Paragone metaforico tra cozze e donne, diviene, dunque, piuttosto esemplificativo. Attraverso questo emblema la donna vera, libera nell’ essenza erotica e sessuale, si specchia con la cozza fresca di mare; mentre, la donna costretta, congelata nelle proprie esternazioni istintive sessuali, si specchia nella cozza surgelata da banco freezer.
Disinibizione e interdizione si intrecciano e costituiscono così, attraverso una mappatura scritta, le forme del sapere endogeno per renderlo esogeno.
©Barbara Cappello

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