Seguire le linee, le forme, le concavità, le convessità del corpo significa percorrere un tracciato che svela immagini, emozioni, sensazioni, le quali invisibilmente compongono i nuclei delle nostre cellule. Considero il nostro corpo come un libro scritto dall’origine della vita con una sorta di inchiostro simpatico, il quale scompare. Ma appena lo si sottopone all’antidoto chimico dell’osservazione, questo si rende vivido mostrando tutti i segni che sono stati incisi nel corso del tempo.
Estrapolare dall’immagine della carne altre forme, sia animali, vegetali, astratte o materiali è un suggerimento che il corpo preso in esame mi comunica. Ogni corpo è diverso da un altro: per sesso, per età, per vissuto, per provenienza e ognuno è unico ed irripetibile, ma all’interno di esso si svela una molteplicità di contenuti, i quali talvolta non hanno alcuna pertinenza tra essi.
Dunque mi domando se questo involucro a cui siamo abituati sia effettivamente tale e conservi quindi svariati passaggi di vite e di vita.
Spesso mi torna alla mente una frase di Milan Kundera, scritta nel libro “L’insostenibile leggerezza dell’essere”:
-Ma chi non pensa al proprio corpo, ne diventa più facilmente vittima-
Personalmente ritengo di fondamentale aiuto questa citazione, non solo per conoscere il corpo, bensì per farlo conosce anche all’altro, agli altri, perché, forse, più lo impariamo e più saremo in grado di rispettarlo e di rispettare, annullando le violenze dettate da una sorta di ignoranza.
©Barbara Cappello
Estrapolare dall’immagine della carne altre forme, sia animali, vegetali, astratte o materiali è un suggerimento che il corpo preso in esame mi comunica. Ogni corpo è diverso da un altro: per sesso, per età, per vissuto, per provenienza e ognuno è unico ed irripetibile, ma all’interno di esso si svela una molteplicità di contenuti, i quali talvolta non hanno alcuna pertinenza tra essi.
Dunque mi domando se questo involucro a cui siamo abituati sia effettivamente tale e conservi quindi svariati passaggi di vite e di vita.
Spesso mi torna alla mente una frase di Milan Kundera, scritta nel libro “L’insostenibile leggerezza dell’essere”:
-Ma chi non pensa al proprio corpo, ne diventa più facilmente vittima-
Personalmente ritengo di fondamentale aiuto questa citazione, non solo per conoscere il corpo, bensì per farlo conosce anche all’altro, agli altri, perché, forse, più lo impariamo e più saremo in grado di rispettarlo e di rispettare, annullando le violenze dettate da una sorta di ignoranza.
©Barbara Cappello