
"FLY"
Un’opera realizzata nel 2014 che si vede oggi esposta al Gran Hotel Trento nell'insieme della mostra “Per chi ci cammina accanto”, momentaneamente chiusa al pubblico per via dell’emergenza COVID-19 in corso…mai più titolo calzante, data la distanza che ora le persone devono mantenere…
Fly, il titolo che all'epoca mi ispirò per una mostra che portava il nome “To build a castle in the air”.
Se al tempo poteva interpretare il volo pindarico tra gli amanti di Castel Roncolo in provincia di Bolzano – ne riporto la distinzione con dei simboli decorativi apposti sull'ala, i quali sono gli stessi riportati nella veste di una delle fanciulle che popolano gli affreschi all'interno delle sale nel maniero – indi un probabile amore tra l’uomo e la stessa donzella, oggi posso considerare questo volo una immagine per rappresentare uno stato della attuale situazione che in questo tempo vige.
Due momenti diversi. Due visioni differenti. Due realtà dissimili. Il tutto semplicemente separato dal tempo, ma accomunato dalla presenza umana, la quale nel momento rivolto al passato aveva pensiero e velocità di vita non sovrapponibile a quella contemporanea e probabilmente in futuro cangerà ancora.
Dunque l’uomo al centro del tempo e dello spazio come emblema il quale si pone in relazione con le circostanze del tempo in cui vive, o che interpreta. E tali circostanze possono assumere carattere simile al comportamento dello stesso.
Oggi qui vedo un uomo chiuso nel castello di vetro invisibile quale barriera psico-fisica che lo mostra nella sua “nudità” nel tentativo di sviluppare l’ala primordiale per il ritorno al volo verso la simbiosi naturale, ponendo in evidenza l’orecchio come senso di ascolto verso l’atro e verso lo spazio del suo sogno in cui Pindaro potrà, forse questa volta, condurlo nell'etere della speranza per migliorare ogni aspetto umano e relazionale…perché il realismo contemporaneo della velocità esponenziale nel condurre una vita al di sopra della velocità relativa al tempo attuale ha, forse, indotto anche il genoma del COVID-19 a modificarsi in tal senso: la sua virulenza inafferrabile, inarrestabile è strettamente paragonabile all'isterismo di vita consumistica, capitalistica, arrivistica in cui l’uomo-ego è al centro dell’universo, come ora lo è Corona Virus.
Forse prendendo atto di questa visione (surreale?) come esempio e argomento di studio, potremmo davvero cambiare il nostro futuro in un luogo in cui proiettarci con tempi differenti. Distopia verso utopia? Voliamo!
Barbara Cappello