Simposio per Nuditudine

Performance aggregativa – 22 ottobre 2022 Spazio Olzer

Video: Ideazione: Barbara
Cappello-Sonorizzazione: Masimo Biasioni
Video: Luciano Olzer

 A differenza dei Simposi che avvenivano nell’antichità, i dodici partecipanti (ho scelto appositamente questo numero emblematico), si sono accomodati su sedie predisposte ad “otto” – simbolo dell’infinito – dandosi la schiena l’un l’altro. Dunque, rivolti col viso verso l’eterno. Questa posizione è frutto di una riflessione inerente alla relazione che avviene on-line. Ovvero: se in quello stato ci si relaziona via etere guardandosi in viso, senza percepirne la materia del corpo, in questo caso la presenza fisica è reale, tuttavia la condizione di guardarsi è annullata. Pertanto un ribaltamento della situazione di dialogo in modo tale da affinare i sensi dell’ascolto e della percezione sottile del “calore dell’altro”, ovvero la presenza fisica. Naturalmente la coppa di vino rosso è stata essenziale per sciogliere la parola. E, il non potersi vedere in volto ha ridestato la bellezza dell’ascolto dell’altro. Prendendo spunto dal Simposio di Platone ho cercato in maniera anche ironica e leggera di riportare i partecipanti in un contesto di tranquillità e conforto, insieme al prezioso disegno musicale di Massimo Biasioni , che ne ha orlato l’ambiente. Le esternazioni sono state semplici, di natura differente. Ogni simposiasta, con semplicità ed una sorta di innocenza ha riportato questo tema a seconda della propria natura. Ciò che maggiormente è emerso è stata la relazione del concetto nuditudine come aspetto quasi prettamente introspettivo e declinato nel senso più positivo. In alcuni casi è stato riferito all’arte e qui si potrebbe esplorare quel mondo intimo dentro il quale l’artista si denuda alla ricerca di una solitudine costruttiva. In altri casi l’innocenza fanciullesca è emersa come gesto naturale dello svestirsi. In altri la nudità è apparsa come necessità esibizionista. E, ancora, il semplice gesto di lasciare le ciabatte sotto al lettino del massaggiatore, come un fattore determinante per comprendere la nudità altrui. L’esperienza, durata più di un’ora è trascorsa nella massima serenità con anche l’intervento di chi semplicemente ascoltava dall’esterno. La mia percezione, se pur personale, dopo aver parlato con alcune delle persone nei giorni seguenti, è stata positiva. In particolar modo, ciò che è emerso è un desiderio di ripetere questo genere di esperienza. E, per alcuni, la nudità, come la solitudine, si sono dipanate da tabù provenienti da educazione e cultura. Azzardo nel dire che aggregare attraverso un Simposio sia molto diverso dal creare un gruppo di discussione come ad esempio gli incontri di analisi collettiva, piuttosto che aggregazioni casuali o programmate durante le quali il dialogo per natura imperversa. Permettere di esternare le proprie opinioni, senza giudizio, critica, opposizione è il più semplice e democratico dei modi per esprimere i propri pensieri, senza il rischio di diatriba e conseguenze litigiose foriere di probabili blocchi. Inoltre, siamo ormai abituati quasi solamente a parlare con dei soliloqui e molto meno avvezzi all’ascolto. L’ego è ormai avanti all’essere umano, come un cane che lo tira attraverso il guinzaglio e il sé, quel sé sensibile, di cui il temperamento dovrebbe esserne consapevole, forse, è schiacciato proprio da questo super Io ammalato e assatanato di logorrea. Il video realizzato è frutto del prezioso lavoro di Luciano Olzer, sia per le riprese che per il montaggio. Le riprese sono avvenute con tre camere differenti: una fissa, una manuale e una go-pro posta al soffitto. Ciò che possiamo guardare nel corto di 5′ è frutto di una attenta scrematura da cui abbiamo estrapolato ciò che poteva costituirne un concentrato narrativo. Le domande che spesso mi pongo, relative a questo tema intimo, delicato, personale, ma anche collettivo sono molto semplici. Cosa abbiamo davvero guadagnato nel coprirci sempre più e che cosa il nostro corpo deve davvero temere di nascondere? Che cosa, invece, abbiamo perso rinnegando la nostra nuditudine? Davvero il coprirsi è garanzia di protezione? Certo non è né lecito né auspicabile girovagare senza indumenti, tuttavia il coprirsi con strati sempre più spessi – e parlo in senso metaforico dell’accezione- tende forse ad annullare l’individuo e renderlo sempre meno consapevole di sé… Ma il tema rimane aperto ad un prossimo confronto! Partecipanti a: simposio per nuditudine: Michela Dorigatti, Laura Scolari, Piero Scolari, Beatrice, Alessandro Zanini, Annachiara Marangoni, Alessandra Slucca, Fiorenza Pasqualin, Giulia Tamanini, Marika Moser, Marianna Bisacchi, Renata Bontempelli.

Trento, lì 14/01/2023