Phánes in Progress
Sintesi dello spettacolo andato in scena presso il Teatro Comunale di Pergine Valsugana - Tn- il 25/08/2023.
Scrittura e performer: Barbara Cappello
Video art: Luciano Olzer
Composizione sonora e sound design: Massimo Biasioni
Liberamente ispirato da: La via degli dei di Davide Susanetti.
Lo spettacolo rientra nella rassegna Festival Scirocco 2023, curata da: Circolo del Cinema Effetto Notte, festival di contaminazione delle Arti.
Questo lavoro artistico prevede l’interazione tra discipline differenti quali: video, immagini, musica, poesia, movimento corporeo e punta al coinvolgimento emozionale del pubblico attraverso il tema proposto, ovvero il ciclo di nascita-morte-rinascita. Il rito Orfico tramandato dalle radici della cultura greca a oggi. La multimedialità interagisce con l’essere umano. Il rito del movimento corporeo si relaziona con l’immagine video e il disegno sonoro. Uno scambio continuo tra reale e multimediale. Una sorta di rapporto tra concreto e virtuale. Tra materia e etere. Phánes, il primo nato dall’Uovo d’argento – elemento creato dal Vento – il Luminoso, che con la sua luce dava la vita. Possedeva quattro occhi, cosicché potesse guardare in ogni direzione dell’infinito. Era padre e madre al contempo, come maschio e femmina, tanto che portava entrambi i sessi sopra l’ano, dunque l’androgino divino. Da esso nacquero i regni celesti: Urano, Crono e Zeus. E, quest’ultimo, ingoiò l’intero universo, il fallo di Urano e lo splendente Phánes stesso. Dando origine, successivamente attraverso l’incesto con la figlia Persefone, a Dioniso, che nuovamente è luce e scintilla, dio che si specchia in Phánes. Bambino divino, dio della maschera, che mescola e confonde i sessi, uomo e animale nello stesso tempo. Dioniso che per mano dei crudelissimi Titani venne assassinato e smembrato, cotto e mangiato, per poi rinascere nuovamente attraverso la mano di Atena che ne raccolse il cuore ancora palpitane tra le ceneri, affinché divenisse la rappresentazione divina del Tutto. Dioniso, come Osiride, che attraverso questa morte divina fu il centro della ritualità degli Orfici. Mentre i Titani, antiche divinità, morirono folgorati da Zeus, rabbioso del delitto da essi commesso, e dalle loro ceneri sorgerà l’umanità. La forza della cultura antica viene rappresentata in questo lavoro artistico in tre momenti. Prologo. Phánes in progress. Epilogo. La prima parte è dedicata alla preparazione per compiere il rito. La maschera annulla ogni identità esteriore quanto interiore e induce alla domanda iniziatica per eccellenza: chi sei? La parte centrale è la relazione dell’identità neutra con gli elementi sopra riportati, incarna Phánes, Dioniso, l’essere divino che giace nelle nostre membra. La terza parte è il lavaggio, come battessimo che nella rinascita ricostituisce la vita. Nascita-morte-rinascita. Condizioni che più volte possono essere vissute, in quanto gli eventi del percorso terreno spesso si manifestano in questo rito Orfico. E, la consapevolezza, ovvero la lucidità nel riconoscerli è al pari di un rito stesso. Sono state scelte, con accuratezza, le parole di Rilke, dalla Prima Elegia Duinese per accompagnare in modo scanzonato il prologo. Mentre la narrativa minimale che accompagna Phánes in Progress è frutto tratto liberamente da La via degli dei di Davide Susanetti. Nell’epilogo, la declamazione de Il canto della tenebra di Dino Campana è l’esaltazione dell’importanza della morte per una nuova rinascita. Per l’appunto un Canto Orfico. Nelle parole di Rilke si dice che gli Angeli, spesso non sanno se vanno tra i vivi o tra i morti, mentre Campana sa che spiriti stanno a ascoltare.