Un Lupo di Mare sulla Terra

A narrar il mutare delle forme in corpi nuovi mi spinge l’estro.
O dei, se queste sono metamorfosi, ispirate il mio disegno,
così che il canto delle origini del mondo si snodi ininterrotto sino ai miei giorni.

Publio Ovidio Nasone – Metamorfosi – Libro Primo

 Lo sguardo degli uomini di mare ha un moto perpetuo. Come il mare si muove con la spinta della corrente, delle onde, del vento, e si arresta in bonaccia senza preavviso alcuno, così da restare nella calma apparente del pensiero creativo. È uno sguardo umido, che fiammeggia di magma terrestre, mentre interloquisce con l’altro, mentre racconta qualche cosa di sé.
Gianni Anderle ha questo sguardo. Uno sguardo da uomo di mare. Uno sguardo acquatico, che narra tutta la metamorfosi delle opere che le sue mani realizzano. Che le sue mani raccontano. Che le sue mani disegnano e forgiano.
Una maestria alchemica. Un pensiero che si realizza attraverso l’azione delle mani. Una metamorfosi di una visione, prima concepita nel pensiero, poi emessa attraverso la bravura manuale per arrivare, come corpo concreto, al fruitore che la ammira.
Ceramica. Una arte antica, quasi come l’uomo. Una magia che ogni volta, anche al tempo nostro, un tempo riempito dalla stampa plastica tridimensionale, riesce a destare meraviglia, stupore, gioia. Una opera che passa attraverso la trasformazione degli elementi quali terra, acqua, fuoco, aria, quindi una completezza nel suo insieme. Ma bisogna essere alchimisti per adoperare e trasformare questi elementi, altrimenti il rischio può palesarsi in uno dei molteplici eco-mostri, capaci solo di inorridire gli occhi e il corpo di chi guarda.
Le opere di Gianni Anderle sono il movimento. Sono trasformazione. Sono il frutto di quella metamorfosi ovidiana che nell’incipit possiamo scorgere. Sono la mutazione del corpo visto come terra, che sotto la visione ispirata da un disegno divengono una forma. Una forma volutamente non definita, così da lasciare aperto il sogno di chi guarda, così da non porre limiti al pensiero, così da dare tutta la libertà d’immaginazione a chi osserva. Ed ecco che quel fuoco emerge, che il sangue scorre nelle vene, come nel corpo di un essere vitale. Caldo. Avvolgente. Rassicurante nel sentimento. E l’aria si propaga, come uno zefiro soffia sulle anime che lo percepiscono. E la terra appare. Piena. Totale. Fiera di essere quella nostra Madre che ci accoglie. E L’acqua si può toccare. Con un semplice sguardo che sgorga nella sua ceramica, come una sorgiva cristallina in movimento costante.
Certo, Gianni non è nato al mare. Ma come un lupo di mare sa. E con il suo veliero creativo solca quelle acque saline che circondano quelle isole fantastiche, dove i tesori della creatività e maestria sono ben custoditi. E la sua opera ceramica si manifesta in un tripudio di armonica bellezza.
©Barbara Cappello

Altri Pensieri