OUTER FISH serie

La ricerca delle forme ittiche fuori dalle forme del corpo è il completamento della stessa ricerca nel suo interno.
Secondo la tesi di Neil Shubin, paleontologo marino americano contemporaneo, la antica vita marina con l’evoluzione si è successivamente trasferita alla vita terrestre. Egli lo dimostra attraverso la scoperta di un fossile risalente a 250 milioni di anni fa, trovato nell’Antartide durante il 2004. Tale fossile di pesce dalla particolare anatomia, ovvero gli occhi si presentano sopra la testa, non di lato, e le pinne laterali cominciano a sviluppare una articolazione simile a quella degli arti animali è la testimonianza concreta dell’anello congiuntivo della catena evolutiva della specie vivente tra vita marina e terrestre. Secondo lo scienziato, in parole molto semplificate e semplici in ogni corpo vivente, a partire dal DNA, esiste il pesce. Ogni essere vivente porta dentro sé stesso la forma ittica, come dal titolo del suo saggio, il quale racchiude questo concetto: YOUR INNER FISH – IL PESCE CHE È IN NOI.
Dunque, dopo aver esplorato molte volte le linee interne del corpo umano, estrapolando attraverso il linguaggio dell’arte, le forme ittiche di svariati pesci, ho cominciato a vedere tali sagome anche al di fuori del corpo stesso, lungo le curve che esso genera nel disegno del suo contorno. Sottolineare, mettere in evidenza la bellezza sinuosa di questo essere primordiale che costruisce il nostro passato evolutivo, diviene un valore aggiunto alla bellezza del mistero vitale. Mistero che, nonostante le svariate tesi scientifiche conosciute, continua ad essere oggetto di ricerca ed approfondimento, quasi fosse un luogo infinito, il quale svela man mano nuovi orizzonti, nuove scoperte, nuove informazioni, fino ad ora celati. Forse, trattandosi di infinito, potremmo paragonarlo al corpo dell’Universo, dato il fatto che rimane ancora così ampiamente sconosciuto e dunque un sito dove addentrarsi con la luce vivida della curiosità.
Divagando dal concetto sopra espresso, ho ricamato con il pensiero fantastico una identità delle figure femminili rappresentate nella opera Outer Fish, pensando di creare una cucitura invisibile tra le tre donne scelte: Nefti, dea egizia sorella di Iside, considerata la preservatrice e protettrice del corpo dopo la morte, rappresentante la saggezza che nasce dal ritiro spirituale; Mahina, dea hawaiana della Luna, Sarada, dea indiana della saggezza e della poesia, dispensatrice di prosperità, immortalità e ricchezza. Il filo che le tiene legate evidenzia la vita e la morte, concetto caro a tutta l’umanità, ma spesso dimenticato dalla nostra cultura occidentale, attraverso il quale l’espressione artistica conduce ad una meditazione più attenta a questo riguardo. Le tre figure divine femminili appartengono, inoltre, a tre luoghi diversi del pianeta. La prima proveniente dal Nord Africa la si può correlare all’Oceano Atlantico; la seconda, hawaiana, all’Oceano Pacifico ed infine la terza, indiana, all’omonimo Oceano Indiano.
Tutto questo per dare un senso importante alla vita che si sviluppa dall’acqua, cresce, si articola tra le espressioni terrene, per poi concludersi nella morte fisica, ma ritornare nel ciclo vitale attraverso quella divinità che appartiene al sapere ed alla conoscenza tramandata di vita in vita, per tracciare una circolarità simbolica della totalità.
 
©Barbara Cappello

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