Capovolgimenti timbrici
Le impronte grafiche di Alessia FeeelA Carli
Verso la riva e più a largo si schiariva lo specchio del mare, scalciato da piedi veloci calzati leggeri.
James Joyce – Ulisse
Seno bianco del mare velato.
Gli accenti intrecciati, a due a due.
Una mano che tocca le corde dell’arpa fondendo armonie intrecciate.
Parole coniugate come onde bianche scintillanti sulla marea velata
Se il furore di una onda oceanica potesse imprimersi sopra una tela, piuttosto che un foglio di carta di cotone, tenterebbe di soverchiare la percezione della posizione gravitazionale di un corpo vivente. Porre un essere con la testa di sotto traduce questo acqueo tentativo da parte della spuma mobile marina quale esito di un lavoro artistico eseguito nella piena consapevolezza di avere la testa al posto dei piedi. Immaginiamo pure che l’artista, come nel caso di Alessia FeeelA Carli, abbia insito questo approccio del movimento fisiologico marino e per certo vedremo chiaramente come l’onda dell’acqua sale impetuosa verso l’alto, spinta da una forza energetica, si ferma un brevissimo istante “a testa in giù” per osservare il mondo al di sotto e poi ricade fragorosa nel basso, per arrivare talvolta negli abissi. Un timbro sonoro, tuttavia impresso sulla rena, che poi si dissolve nei flussi acquei del mare.
Percorrendo le espressioni artistiche di FeeelA – che nel testo continuerò a chiamare con questo nome d’arte da Alessia scelto come firma, che a descrizione sua risulta essere un acronimo siffatto: “Fee”, che dal tedesco si traduce in Fata, più “eLA” che letto al contrario risulta “Ale”e semplicemente è il diminutivo del suo nome di battesimo, ma che per rimando fonetico “Feela” nella lingua Shoto significa “sentire” – si viene trasportati dentro il mondo capovolto. Quel mondo in cui Alice vi approda con il varco nello specchio, ma non per questo siffatto di allucinazioni oniriche, bensì delicatamente composto da impressioni timbriche sulla carta, in cui le immagini affiorano, come sulla superficie acquea e narrano di chimeriche donne – forse sempre la stessa – che si dissolvono e riconoscono e amalgamano con l’essere marino piuttosto che aviario. L’impressione timbrica nella tecnica da FeeelA utilizzata è il risultato delle stampe monotipo e cianotipo che ella utilizza, in cui la stampa dell’immagine principale si ripete come l’eco fragorosa della cadenza ritmica dell’onda costante; e sopra questo “timbro” ripetuto, la figurazione animale, piuttosto che vegetale o di altra natura, attraverso il colore ad olio, la china e talvolta il colore acrilico, affiora come lo sfaldamento dell’onda, lasciando per l’appunto il disegno sul “bagnasciuga” della carta di cotone.
Ma il “sentire” entra deciso nei lavori artistici di FeeelA, quale atto magico che si nasconde nelle sue impressioni timbriche. L’alchimia, degli ingredienti cianotipici, quali ferrocianuro di potassio e citrato ferrico ammoniacale, è sicuramente uno degli atti magici, tuttavia l’effervescenza che queste piccole opere sprigionano hanno un rimando quasi diretto con l’atto magico di Paesi lontani. Se per alcuni versi l’evocazione a Joyce è fortemente presente nel moto marino di FeeelA, altrettanto il richiamo ad una cultura messicana non è da meno. Paradossalmente Irlanda e Messico sono due Paesi opposti per geografia, cultura, colori, clima. Ad ogni modo in comune hanno l’elemento magico, sciamanico, e un fortissimo legame con l’elemento naturale, e la relazione con i propri defunti. Dunque le espressioni timbriche non solo sono “quell’onda bianca scintillante sulla marea velata” come nell’ “Ulisse” leggiamo, bensì sono quei forti accenti che possiamo sentire e vedere nell’arte tradizionale messicana realizzata su Papel Amada, ove il timbro che evidenzia il disegno è ben definito e riempito con un colore monocromatico acceso.
E, forse, la miglior definizione che sovviene per i lavori artistici di FeeelA è pari ad una delle carte degli Arcani Maggiori, la XII, ovvero “L’Appeso”; si presenta a testa in giù per una sosta, una meditazione e un dono di sé stessi, un capovolgimento e naturalmente una profondità. Magia, estetica, ricerca nella relazione tra essere umano e natura, generosità artistica sono ingredienti che compongono la persona di FeeelA, poiché la sua arte non si esprime solo attraverso i suoi lavori, bensì si concreta anche nella sua vita professionale in cui con l’uso della lingua inglese insegna arte ai bambini delle scuole primarie; una didattica ove l’apprendere passa direttamente attraverso la realizzazione di lavori artistici, che hanno principalmente la magia dei druidi irlandesi, come degli sciamani messicani, come lo stupore della creatività libera, quale strumento rafforzativo all’apprendere.
Ma non solo, FeeelA mette in atto dei laboratori per donne, seguendo la filosofia di ”Ladies Drawing Night”, in cui durante l’incontro serale, con una bottiglia di vino – quantomeno per la filosofia di Julia Rothman, Leah Goren e Rachel Cole, attorno a un tavolo il disegno libero diviene logos espressivo. Luogo in cui il convivio e il simposio sono arte, creatività, ispirazione senza giudizio alcuno e la magia esplode nella relazione tra presenti.
Provando dunque a immaginare di mettere la testa al di sotto e i piedi al di sopra e ad “Una mano che tocca le corde dell’arpa fondendo armonie intrecciate”, prendendo a prestito le parole di Jocye, si dipana la mano di FeeelA dentro la sua arte quale espressione magico realista sulla volatilità cartacea.